La depressione nel ciclo vitale della donna

La depressione è una delle patologie di interesse psichiatrico che colpisce in misura maggiore le donne in rapporto 2:1, le quali possono sviluppare alcune forme di questa malattia durante le fasi importanti del proprio ciclo vitale.

La depressione viene diagnosticata quando sono presenti tre elementi fondamentali:

  • il calo dell’umore: gravi sentimenti di tristezza, di inadeguatezza, mancanza di piacere per quasi tutte le attività, mancanza di motivazione, di speranza, frequenti pianti e labilità emotiva
  • alterazioni nella sfera neurovegetativa: alterazioni dell’appetito, del sonno, agitazione psicomotoria o anche rallentamento
  • alterazioni del pensiero: pensieri negativi, mancanza di speranza nel futuro, convinzione che la vita non valga la pena di essere vissuta, ideazione suicidaria

PERCHÉ LA DEPRESSIONE È DONNA?

La depressione colpisce in prevalenza le donne ed una vastissima gamma di teorie può essere utilizzata per spiegare questo fatto:

  • Ragioni biologiche (differenze nella struttura cerebrale e nell’impatto sul cervello dei diversi ormoni sessuali)
  • Ragioni psico-socio-culturali (differenze nelle strategie di coping, nella vulnerabilità personale, nella frequenza di esposizione e nella qualità degli eventi stressanti)

QUALI SONO LE FASI DI CAMBIAMENTO A RISCHIO?

Il ciclo riproduttivo ed ormonale della donna fa da sfondo a tutti gli altri fattori di rischio, in particolare per quanto riguarda alcune fasi di vulnerabilità specifica, quali:

  • l'adolescenza (menarca)
  • la gravidanza
  • il post-partum
  • la perimenopausa

Gli ormoni sessuali condizionano l’attività emotiva, cognitiva e neurovegetativa della donna in modo profondo ed estremamente complesso.

ADOLESCENZA

Nell’adolescenza, la depressione subisce un incremento di prevalenza, dall’1% all’8%. In particolar modo tale prevalenza è a carico del sesso femminile, sia come numero di episodi depressivi, che come durata e gravità degli stessi. Inoltre, l’esordio della depressione già in età adolescenziale rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di futuri episodi depressivi successivi, in età adulta, e dunque per una cronicizzazione della depressione. La transizione puberale porta con sé, infatti, tutta una serie di processi di cambiamento fisico e psichico, e molto spesso tali modifiche possono avere un carattere “violento”, in quanto spesso il mutamento fisico (un corpo da bambina diventa un corpo da donna) e biologico (il menarca), non è sincronizzato rispetto al livello di sviluppo psichico e sociale raggiunto.

LA GRAVIDANZA

Le neo-mamme in questa fase del ciclo vitale ridefiniscono la propria identità femminile, rivivono il processo di separazione-individuazione dalla propria madre e sperimentano una duplice identificazione con la madre e il feto: sono allo stesso tempo figlie delle loro madri e madri dei loro figli. Oltre ai cambiamenti fisici, la maternità comporta anche delle conseguenze a livello sociale e psicologico in quanto la neo-mamma si assume le responsabilità insite nel ruolo genitoriale e talvolta può essere costretta a lasciare il suo lavoro, generando delle difficoltà finanziarie nella famiglia; mentre in altri casi può temere di perdere la sua libertà e la propria identità ed è necessario riorganizzare le giornate in base alle esigenze del bambino.

IL POST-PARTUM

La depressione post-partum (DPP) colpisce il 14,5% della popolazione femminile e qualora non trattata si associa a significativo rischio psicopatologico per la madre e il bambino. È importante differenziare dalla depressione quella che è una normale variazione del tono dell’umore, che va sotto il nome di baby blues o Maternity Blues e che ha una durata limitata di pochi giorni. È stata rilevata una prevalenza variabile dal 50 all’85% e questa non sembra differire tra le culture. La depressione post-partum è caratterizzata da tendenza al pianto, irritabilità, labilità dell’umore, disturbi del sonno, tristezza.

Le madri provano una eccessiva preoccupazione o ansia, sono estremamente irritabili e si sentono sovraccariche e sotto pressione. Sia il sonno che l'appetito sono compromessi.

LA MENOPAUSA

La menopausa è collocata in una fascia ristretta di tempo che indica la cessazione dell’attività riproduttiva, con il calo di estrogeni e di progesterone dovuto alla perdita della funzione ricettiva delle ovaie nei confronti degli ormoni secreti dall’ipofisi. Questa fase ricopre generalmente un periodo di 10 anni, dai 45 ai 55 anni, ed incide sulla singola donna per un arco di 5 anni. Molto dipende dalla percezione che accompagna la donna e dal modo in cui ha vissuto precedentemente: se ha esaurito tutte le risorse, se non ha progetti alternativi, se ha accumulato stress e malattie, si sentirà più vecchia che giovane e viceversa se la sua vita precedente sarà stata orientata alla tutela della sua salute e della sua qualità di vita. In realtà quindi non si verifica necessariamente, come erroneamente si crede, un incremento del rischio depressivo con la menopausa.

Per chi fosse interessato ad approfondire la tematica dei disturbi umorali, e in particolare della depressione nel genere femminile, vi ricordo che venerdi 3 marzo sarò a Tula e giovedi 23 marzo a Bultei per l’incontro SFY "I disturbi dell’umore nel ciclo di vita della donna" organizzati da Sardegna For You con il patrocinio degli Assessorati ai Servizi Sociali dei rispettivi comuni. Gli eventi sono gratuiti ed aperti a tutti i cittadini.

Inoltre, questo mercoledi sarò online sulla pagina facebook di Sardegna For You durante l'evento #atupertu per rispondere alle domande su come trattare e supportare le donne che incontrano delle difficoltà nell’affrontare le fasi di cambiamento nella vita.